Il governo federale ha annunciato che entro la fine dell'anno presenterà una proposta di legge per limitare l'accesso ai social media da parte di minori (il limite di età esatto potrebbe essere tra i 14 e i 16 anni).
Il primo ministro Anthony Albanese ha affermato che la logica dietro la decisione è abbastanza semplice: si tratta di staccare i giovanissimi dai dispositivi mobili e riportarli alla vita reale.
"Vogliamo che i bambini si allontanino dai loro dispositivi e tornino sui campi da calcio, su quelli da netball, nelle piscine. Vogliamo che abbiano esperienze reali con persone reali", ha dichiarato il primo ministro intervenendo su Channel Nine.
"Non è facile. Lo accettiamo, e il risultato potrebbe non essere perfetto, ma dobbiamo provare a fare la differenza, perché [i social media] stanno causando un danno sociale, e ogni genitore è preoccupato di ciò a cui hanno accesso i propri figli".
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Il premier del South Australia Peter Malinauskas, che, ha accolto con favore l'impegno del governo federale, e ritiene che una legislazione uniforme a livello federale sarà più efficace delle leggi dei singoli stati.
Ma come applicare efficacemente un limite di questo genere? La questione della verifica dell'età effettiva di chi si collega ai social media rimane un aspetto di non facile soluzione.
Ne abbiamo parlato con l'esperto di informatica Davide Gaido.
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