L'Australia di Lucia: tra sfide, successi e una cerimonia di cittadinanza spettacolare

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Lucia Mangiacotti nel parco delle Blue Mountains in NSW. Credit: courtesy of Lucia Mangiacotti

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Lucia Mangiacotti il 26 gennaio scorso è diventata cittadina australiana di fronte a migliaia di persone riunite all'AAMI Park di Melbourne per celebrare Australia Day.


Il 26 gennaio 2024 Lucia Mangiacotti ha prestato giuramento per diventare cittadina australiana nella spettacolare cornice dell’AAMI Park, davanti a migliaia di persone che erano allo stadio olimpico di Melbourne per assistere alla partita di calcio organizzata per celebrare la festa nazionale.
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Lucia Mangiacotti con il certificato di cittadinanza ricevuto il 26 gennaio 2024. Credit: Image provided
“Un giorno bellissimo, un’emozione unica proprio perche la cerimonia è stata molto particolare”, racconta ai microfoni di SBS Italian.

Dopo il giuramento, in una sala dello stadio, Lucia e gli altri neo-australiani hanno raggiunto il centro del campo per cantare l’inno australiano.
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Lucia e gli altri neocittadini australiani al centro dell'AAMI Park di Melbourne per cantare l'inno. Credit: Image provided
Originaria della Brianza, Lucia è arrivata in Australia per la prima volta insieme al suo (allora) compagno per una vacanza, un viaggio che li ha persuasi a tornarci, inizialmente lui con il working holiday visa, lei ormai fuori tempo massimo per questo visto.

"Avevo un ottimo lavoro", spiega al microfono di SBS Italian Lucia, che aveva sedici anni di esperienza lavorativa come assistente legale alle spalle e una casa di proprietà.

Innamoratasi subito dell'Australia, Lucia ha deciso di tentare il grande salto nonostante avesse ormai 36 anni.

"Siamo andati un po' contro anche alle famiglie", ammette Lucia, "però sono quelle cose che se non fai quando te le senti poi non le fai più".
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Lucia Mangiacotti. Credit: Image provided
Entrambi sono partiti con la sicurezza di poter ritrovare eventualmente lavoro al ritorno, e di avere ancora una casa in Italia.

L'ex compagno di Lucia ha tentato il percorso della sponsorizzazione, ma successivamente si sono riorientati e hanno richiesto il visto 186, che ha ottenuto come IT engineer, "praticamente una autosponsorizzazione per la permanent".

Anche questo percorso non è stato senza ostacoli, perché quando i due hanno fatto la prima domanda di permanent residency la pratica è stata respinta.

Ma non è stato l'unico incidente di percorso: tra le sfide principali per Lucia c'è stata la lingua.

"Nella mia mente volevo essere perfetta, precisa, non fare errori", ricorda. "È ancora un nervo un po' scoperto, ma va molto meglio".

Lucia consiglia a chi deve approfondire la conoscenza della lingua inglese di non inserirsi in un contesto lavorativo italofono, cosa che lei ha fatto per i primi anni.
Se vuoi imparare questa lingua, andare a lavorare in un posto dove si parla solo italiano è un errore enorme
Lucia Mangiacotti
"Ho fatto uno switch enorme quando ho smesso di lavorare con italiani", spiega. "Il mio livello di inglese, la mia sicurezza... è cambiato tutto".

Lucia ora lavora nel settore dell'hospitality, e nonostante le difficoltà e gli incidenti di percorso, alla domanda se ne sia valsa la pena Lucia non ha esitazioni: "Assolutamente sì".

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