Xylella, il "fuoco invisibile" che ha incenerito gli ulivi e le certezze di un popolo

Olive trees diseased by Xylella fastidiosa in Puglia, ready for explantation

L'effetto della 'Xylella fastidiosa' sugli olivi in Puglia. Source: Moment RF / Flavio Massari/Getty Images

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Nel suo libro il giornalista e autore Daniele Rielli racconta la malattia che ha decimato gli ulivi in Puglia nell'ultimo decennio, una vicenda che ha avuto anche complessi risvolti legali e politici.


Per dare un'idea di quanto la figura dell'ulivo sia radicata nella cultura del popolo pugliese basta dare un'occhiata allo stemma della Regione Puglia, "nel cui centro campeggia l'albero d'ulivo, simbolo della pace e fratellanza".

Questo albero, una volta considerato quasi immortale, ha tristemente rivelato la sua vulnerabilità da quando si è diffusa l'epidemia causata dal batterio Xylella Fastidiosa, che ha ucciso più di 20 milioni di piante nel solo tacco d'Italia.

Ascolta l'intervista a Daniele Rielli cliccando 'play' in alto

Era il 2013 quando in Salento cominciarono a morire ulivi in modo misterioso: si sarebbe scoperto solo in seguito che la causa era il batterio, "traghettato" in Europa per la prima volta da una pianta di caffé nicaraguense.

Il giornalista e autore Daniele Rielli iniziò da subito a seguire la vicenda per la rivista Internazionale.

Una storia dagli esiti e dai risvolti inaspettati che è diventata un libro, Il Fuoco Invisibile, in cui Daniele ha raccontato non solo gli effetti del batterio sulle piante e sull'economia locale, ma "il modo in cui questa epidemia si è scontrata con un brodo culturale solido e millenario", come spiega lo stesso Rielli al microfono di SBS Italian.
Stemma Puglia
Lo stemma della Regione Puglia, in cui domina la figura di un ulivo. Credit: Angelus, CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons
Daniele Rielli, pur essendo nato a Bolzano, è profondamente legato alla Puglia: suo padre è nato in Salento, e ha sempre mantenuto vivi i rapporti con quella zona d'Italia, "tanto da farsi spessissimo quel migliaio di chilometri in macchina per andare dai suoi ulivi".

L'arrivo del batterio ha dato origine a un vero e proprio dramma sociale, spiega, "ma era anche un dramma a casa mia, perché mio padre, come il 99% dei salentini, non credeva che la malattia fosse reale, perché storicamente l'ulivo non aveva mai conosciuto patogeni così gravi e così aggressivi".
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Una reazione comprensibile, riflette ancora Rielli, dovuta al fatto che "quando siamo colpiti dalle calamità naturali così aggressive e senza precedenti si scatenano tipicamente tutta una serie di meccanismi psicologici, di autodifesa e di negazione".

"Ho cercato di far convivere questi due mondi: una descrizione molto dettagliata di quello che è successo, però passando attraverso le persone", racconta.
L'effetto della Xylella va al di là della morte degli alberi, ma tocca in profondità l'identità di un popolo
Daniele Rielli
"Ci tenevo molto che fosse un libro comunque letterario", spiega Rielli, che definisce Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale come "un romanzo del reale".

"Parla di una storia di provincia, ai margini del mondo globale, che ha degli insegnamenti universali".

Il libro di Rielli è stato finalista al Premio Strega 2024.

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